Lavoro disabili. La ministra Stefani annuncia misure per inserimento lavorativo e collocamento mirato
In particolare sono due le misure sulle quali la ministra per le disabilità intende puntare per contrastare la disoccupazione delle persone disabili
Il binomio lavoro e disabilità mostra da sempre grosse difficoltà: a conferma di ciò anche gli ultimi dati relativi al collocamento mirato - e quindi all’attuazione della Legge 68/99 - che peraltro, in quanto riferiti al triennio 2016-2018, saranno probabilmente più ottimistici rispetto al contesto odierno, maturato in tempo di epidemia da Covid-19, nel quale sono anche venuti meno gli obblighi di assunzione delle cosiddette “categorie protette” da parte delle aziende.
Stante questa situazione, nella quale si registrano ancora molte difficoltà da parte delle persone con disabilità ad accedere al mondo del lavoro, la ministra per le disabilità, Erika Stefani, ha dichiarato nei giorni scorsi di essere al lavoro per rendere concrete alcune misure che, pur esistenti, non sono applicate.
Due in particolare le direttrici indicate da Stefani: "In tema di inclusione lavorativa, al fine di contrastare la disoccupazione tra le persone con disabilità, intendo dare impulso a due misure già previste dal Jobs Act ma mai finalizzate.
Mi riferisco alla definizione delle Linee Guida di revisione del processo di inclusione lavorativa, e la creazione di una banca nazionale del collocamento mirato che possa favorire le attività di controllo, monitoraggio e valutazione del collocamento al lavoro delle persone con disabilità.
Da queste misure potrà derivare un rinnovato e più efficace approccio nello sviluppo delle politiche attive per il lavoro".
Così la ministra in un post su Facebook
L’esito della IX Relazione sulla 68/99 curata da Inapp, inviata al Parlamento
Si riferiscono al triennio 2016-2018 i dati su lavoro e disabilità in Italia, contenuti nella IX Relazione al Parlamento sull’attuazione della Legge 68/99 , realizzata dall’Inapp (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche), su mandato del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, nella quale si prendono in esame le norme per il diritto al lavoro dei disabili.
I dati e le informazioni presenti nell’indagine evidenziano i progressi ottenuti nel corso degli anni anche sul versante della domanda del lavoro, sia pubblica che privata, nonché dei servizi di intermediazione e suggeriscono che la crescita nel tempo di avviamento e assunzioni sia stata favorita, sia dall’adozione di percorsi personalizza che hanno accompagnato l’inserimento delle persone con disabilità che da provvedimenti normavi di incentivazione e di semplificazione delle procedure di assunzione.
Bisognerà ora attendere la prossima Relazione per poter misurare l'impatto, certamente significavo, che la crisi pandemica avrà su questa fetta di mondo del lavoro. “La presentazione della IX Relazione avviene in una fase particolare della nostra storia – si legge nelle prime pagine del documento - Il mondo sta affrontando una pandemia i cui effetti non sono ancora sotto controllo a livello sanitario, ma le cui gravi conseguenze economiche, sociali e occupazionali, da subito molto pesanti anche per l’Italia, sono già oggetto di studi per l’elaborazione di efficaci politiche di rilancio. Maggiormente esposte si trovano le categorie di individui a rischio esclusione, per le quali i programmi e le strategie già disponibili, promosse dalle istituzioni nazionali ed internazionali e tese a scongiurare discriminazioni, ora richiedono misure correttive per essere adeguate ad un contesto profondamente mutato”.
Visualizza gli allegati:ARTICOLO_APRILE_2021.pdf
Pagina 2 di 2