In particolare sono due le misure sulle quali la ministra per le disabilità intende puntare per contrastare la disoccupazione delle persone disabili
Il binomio lavoro e disabilità mostra da sempre grosse difficoltà: a conferma di ciò anche gli ultimi dati relativi al collocamento mirato - e quindi all’attuazione della Legge 68/99 - che peraltro, in quanto riferiti al triennio 2016-2018, saranno probabilmente più ottimistici rispetto al contesto odierno, maturato in tempo di epidemia da Covid-19, nel quale sono anche venuti meno gli obblighi di assunzione delle cosiddette “categorie protette” da parte delle aziende.
Stante questa situazione, nella quale si registrano ancora molte difficoltà da parte delle persone con disabilità ad accedere al mondo del lavoro, la ministra per le disabilità, Erika Stefani, ha dichiarato nei giorni scorsi di essere al lavoro per rendere concrete alcune misure che, pur esistenti, non sono applicate.
Due in particolare le direttrici indicate da Stefani: "In tema di inclusione lavorativa, al fine di contrastare la disoccupazione tra le persone con disabilità, intendo dare impulso a due misure già previste dal Jobs Act ma mai finalizzate.
Mi riferisco alla definizione delle Linee Guida di revisione del processo di inclusione lavorativa, e la creazione di una banca nazionale del collocamento mirato che possa favorire le attività di controllo, monitoraggio e valutazione del collocamento al lavoro delle persone con disabilità.
Da queste misure potrà derivare un rinnovato e più efficace approccio nello sviluppo delle politiche attive per il lavoro".
Così la ministra in un post su Facebook